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Il centro storico di Agrigento e’ a rischio crolli

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Eventi naturali come frane, sismi e movimenti franosi sono tra le minacce più grandi al nostro patrimonio storico ed artistico. E’ del 25 aprile il caso di Agrigento e delle antiche costruzioni del suo antico centro storico. Si ricordano ancora i movimenti franosi del 1966 per i quali vennero stanziate 40 miliardi di lire per una ricostruzione mai partita davvero

I movimenti franosi oggi interessano anche la Cattedrale di San Gerlando e il palazzo arcivescovile, insieme a tutto il gruppo architettonico che insiste sul costone roccioso, visibilmente fessurato. Da quel che risulta successivamente agli accertamenti dei tecnici della Protezione Civile, alcune crepe nella parte nord del costone roccioso hanno subito notevoli allargamenti. Gli esperti, dal sopralluogo dello scorso fine aprile, avevano invitato a prendere immediate precauzioni. L’arcivescovo Francesco Montenegro in forma precauzionale non utilizza l’ala nord dell’alloggio, già da oltre un mese. Da queste parti oltre alla beffa del ’66 sui fondi mai investiti nelle ricostruzioni, a causa di cattive gestioni comunali, la gente ha vissuto anche l’inganno dell’oramai famosa “cricca”. Anemone, Balducci & co. sono infatti intervenuti nel 2007 con urgenti opere di consolidamento che oggi, a soli quattro anni, appaiono insufficienti ed inefficaci. Agrigento attende a ragione e di diritto l’interesse dell’amministrazione pubblica, soprattutto in relazione all’impiego dei cinque milioni di euro che si pretende, questa stavolta, vengano investiti nel modo migliore. (Vincenzo Nizza)

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Agrigento; centro storico; Anemone e Balducci; cricca; rischio crolli

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