L’Africa si sta rompendo: nascera’ un nuovo oceano

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Il continente Africa si sta rompendo e fara’ spazio ad un nuovo oceano. Lo dicono i dati sismici 

 

Il continente africano si sta rompendo per formare un nuovo oceano. È questo il risultato di una ricerca che si basa su dati sismici registrati sull’Afar Etiopico, che Derek Keir, dell’Università di Southampton, presenterà a Geoitalia 2013, convegno organizzato dalla Federazione Italiana di Scienze della Terra in programma a Pisa, dal 16 al 18 settembre, a cui parteciperanno mille scienziati di alto profilo, provenienti da tutto il mondo per illustrare ricerche su temi riguardanti le geoscienze.

Ad anticipare il risultato della ricerca sul continente africano è stata Carolina Pagli dell’Università di Plymouth che parteciperà al convegno aggiungendo che ‘i risultati degli studi della frammentazione del continente africano nell’area del Corno d’Africa negli ultimi milioni di anni arricchiscono il quadro dell’ambiente che ha visto nascere la specie umana, essendo queste le aree dove sono nati i primi ominidi’.

Nell’ambito del convegno, ha anticipato Pagli, un’altra ricerca dimostrerà che ‘l’Arabia si sta separando dal resto dell’Africa come potremo vedere dai risultati di una recente spedizione italiana”, fatta dalla “nave Urania del Cnr in Mar Rosso. Il ricercatore Marco Ligi dell’Ismar di Bologna illustrerà le importanti osservazioni di questa spedizione’.

Inoltre, una terza ricerca riguarda ‘la formazione di catene di vulcani distanti anche decine di km dal centro del rift. I rift sono delle depressioni della superficie terrestre che si creano dove due placche tettoniche si allontanano l’una dall’altra e possono evolvere attraverso la creazione di faglie e di vulcani fino alla formazione di oceani con vere e proprie dorsali di espansione. La ricercatrice Eleonora Rivalta del GFZ di Potsdam, Germania, attraverso risultati di modellazione numerica, mostrera’ come il rifting provochi la risalita di sacche di magma dalla parte centrale del rift verso i suoi margini, spiegando cosi’ la formazione di catene di vulcani distanti anche decine di km dal centro del rift’.

Queste tre ricerche condotte in Inghilterra, Italia e Germania assieme ad altre mostreranno l’evoluzione e i cambiamenti in atto in alcuni luoghi del Pianeta.

 

gc- Ansa

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