Sos Grand Canyon: manca l’acqua e flora e fauna scompaiono

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La missione e’ salvare il Grand Canyon dalla siccita’. La mancanza di acqua provoca la scomparsa di banchi di terra, flora e fauna. Saranno attuate delle inondazioni controllate per salvare un patrimonio naturale unico al mondo

Bisogna salvare il Grand Canyon. Il parco naturale, considerato una delle sette ‘meraviglie del mondo’ secondo un sondaggio svolto dalla Cnn, anno dopo anno sta morendo.  Il Grand Canyon si è trasformato in un deserto, la flora e la fauna si sono impoverite. Ed è per questo che ora parte una missione che prevede delle inondazioni controllate . 

Il Grand Canyon è  una delle bellezze più visitate dai turisti e tra i posti più sfruttati  da Hollywood come sfondo per i film. Ancora il disastro del Grand Canyon non è visibile ad occhio nudo, ma deve la colpa a interventi umani, che hanno costruito una diga a monte, la Glen Canyon Dam, necessaria per regolare il corso del fiume, evitare danni da alluvioni e generare energia elettrica.  La diga costruita sul Grand Canyon ha avuto effetti che nessuno poteva immaginare: sono scomparsi diversi banchi di terre e sabbie, habitat per diversi pesci ora in via di estinzione. L’estinzione dei pesci a sua volta ha delle ricadute sugli animali predatori che si nutrivano nel fiume, e via via. 

Per salvare il Grand Canyon,  l’Amministrazione Obama ha organizzato squadre di esperti geologi, idrologi e ambientalisti per preparare delle ‘inondazioni controllate’. Manovrando le chiuse della diga vicino al lago Powell, l’obiettivo è simulare delle alluvioni naturali, come quelle che dalla preistoria hanno dato al Grand Canyon la sua fisionomia attuale, costruendo anche quei depositi naturali sul fondale del fiume dove trovavano rifugio e cibo i suoi pesci e le altre specie.

(gc – fonte: Repubblica)
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