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Patrimoni Unesco: 1997, l’Orto botanico di Padova

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Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia

Padova, piccolo centro accademico e culturale del Veneto, vide il suo sviluppo sia territoriale che economico nell’ epoca medievale.

Il Trecento, in particolare,  fu il secolo d’oro della città, grazie anche all’illuminata signoria dei Da Carrara che determinò, in gran parte, lo straordinario sviluppo artistico e culturale e la potenza politico-militare di Padova.

A questo periodo risalgono i numerosi castelli e la strutturazione definitiva delle città murate, mentre nel 1405 Padova divenne parte della Repubblica di San Marco e il suo territorio conobbe l’insediamento stabile delle migliori famiglie veneziane nelle sue città e campagne.

Ma è il 1545 l’anno che la città di Padova può ricordare in modo significativo, proprio perché, in questo periodo, l’Università cittadina creò il primo giardino botanico del mondo.

L’ateneo padovano, fondato nel 1222, era già largamente famoso per lo studio delle piante, in particolar modo per l’applicazione di queste alle scienze mediche e farmacologiche.

All’epoca della sua istituzione, l’orto botanico era interamente dedicato alla coltivazione di piante medicinali, che allora rappresentavano la principale risorsa terapeutica ed entravano nella composizione della quasi totalità dei medicamenti.

La creazione di un orto botanico medicinale rappresentò così un notevole salto di qualità nella didattica e segnò l’inizio dell’applicazione del metodo sperimentale nel campo della botanica.

L’Orto Botanico di Padova è il più antico del mondo e rappresenta la nascita  della scienza botanica, degli scambi scientifici e della comprensione del rapporto tra natura e cultura.

Situato in un’area di circa 2,2 ettari  nei pressi del Prato della Valle, è stato dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1997, in considerazione della rilevante attività culturale svolta ininterrottamente per quasi mezzo millennio.

Fin dalla sua fondazione, infatti, e da più di cinque secoli, l’Orto fu al centro di una fitta rete di relazioni internazionali, con intensi scambi di piante, semi e di materiale scientifico di ogni tipo, offrendo un prezioso contributo allo sviluppo di molte discipline scientifiche moderne, in particolare botanica, medicina, ecologia e farmacia.

L’Orto divenne anche un importante centro di studio e di ricerca all’avanguardia nella coltivazione e acclimatazione di piante esotiche. Fu così che a Padova furono coltivate, per la prima volta in Italia e in alcuni casi anche in Europa, questa specie di piante  oggi molto diffuse.

Questo particolare ambiente conserva ancora la sua struttura originale, una trama centrale circolare che simboleggia il mondo, circondata da un anello d’acqua che rappresenta l’oceano. La planimetria rappresenta un cerchio perfetto con un grande quadrato inscritto, suddiviso in quattro unità da percorsi ortogonali, orientati secondo i principali punti cardinali.

Nel 1704 furono ridisegnati i quattro ingressi e i cancelli che conducevano ai cerchi interni furono posizionati su otto pilastri e sormontati da quattro coppie di piante in ferro battuto. Durante la prima metà del XVIII secolo fu completata la balaustra, che correva lungo la sommità del muro circolare lungo 250 metri. Successivamente furono aggiunti altri elementi, alcuni architettonici e altri pratici, tra cui impianti di pompaggio e serre, ma la sua autenticità è rimasta praticamente inalterata nel tempo.

L’Orto Botanico di Padova, inoltre, ospita due importanti collezioni, l’erbario ed una biblioteca che contiene oltre 50.000 volumi e manoscritti di importanza storica e bibliografica.

Nel giardino sono tradizionalmente collezionate e coltivate piante rare e attualmente, insieme a collezioni tematiche, si trovano circa 6000 specie, ordinate secondo criteri sistematici, ecologici ed ambientali.

La pianta più antica dell’Orto Botanico è la Palma di San Pietro, impiantata nel 1585 e nota anche come Palma di Goethe da quando il poeta tedesco, dopo averla ammirata nel 1786, formulò la sua intuizione evolutiva nel “Saggio sulla metamorfosi delle piante” pubblicato nel 1790.

L’Orto botanico di Padova ha mantenuto le sue funzioni di centro di ricerca scientifica e di strumento didattico, adeguandole continuamente alle mutate esigenze imposte dal progresso delle discipline scientifiche in generale e di quelle botaniche in particolare.

Il complesso presenta un alto valore scientifico in termini di sperimentazione, didattica e raccolta, ed esercita una profonda influenza nell’ambiente scientifico, sia nazionale che europeo.

L’Orto Botanico di Padova ha rappresentato una fonte di ispirazione per gli studenti stranieri, che numerosi frequentavano l’università padovana, mentre per gli studiosi in viaggio in Italia, rappresentò un modello cui ispirarsi per l’istituzione di strutture analoghe nella loro patria.

Molti altri giardini in Italia e in Europa sono stati realizzati seguendo le pratiche di questo meraviglioso ambiente, che hanno offerto un valore aggiunto agli approcci didattici e scientifici negli studi sulle piante medicinali e nelle discipline correlate.

La proprietà inscritta comprende tutti gli elementi necessari per trasmettere il suo eccezionale valore universale e ha conservato la sua integrità per ciò che riguarda la sua disposizione iniziale e la sua funzione, rimanendo per più di cinque secoli un luogo votato alla ricerca, all’insegnamento e alla diffusione della scienza.

Alcuni lavori di restauro sono stati eseguiti nel corso dell’Ottocento e del Novecento nel pieno rispetto delle caratteristiche e dei materiali originari e le modifiche apportate hanno tenuto il passo con gli sviluppi delle teorie e pratiche botaniche.

Alessandro Campa

 

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