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Siamo tutti un po’ smemorati

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Il mondo ci chiede troppo e la nostra memoria non ce la fa…

Siamo tutti un po’ smemorati. Sì, la nostra memoria, sembra essere poco adeguata al nostro quotidiano: ci sono troppe cose da ricordare, dalle password ai diversi Pin, dai nomi delle tante persone che per lavoro o altro incontriamo durante il giorno ai diversi numeri di cellulari dei nostri familiari.

Non serve preoccuparsi, quindi, quando non ricordiamo qualcosa durante le nostre giornate. È bene, infatti, che ognuno di noi deve prender coscienza della differenza tra una memoria ideale, capace di ricordare tutto quello che servirebbe, e la memoria reale, che non riesce invece a stare al passo.

L’insoddisfazione della nostra memoria, infatti, potrebbe portare al disturbo funzionale della memoria. ‘É un disturbo più comune tra le persone che si collocano su un piano elevato dal punto di vista degli studi effettuati e dell’appartenenza professionale e socio-economica — spiegano gli autori di una ricerca in merito, guidati da Blackburn del Department of Neuroscience dell’University of Sheffield (Gran Bretagna) —. Persone che hanno un atteggiamento perfezionistico nei confronti delle prestazioni mnemoniche sono più a rischio di sviluppare una risposta di disadattamento a mancanze o errori di memoria, ma anche alle variazioni normali a cui questa funzione va incontro in seguito a cambiamenti dell’umore, allo stress, all’avanzare dell’età’. ‘In poche parole si sviluppa un vero sintomo cognitivo in seguito a un cattivo abbinamento tra una domanda di memoria molto esigente, ad esempio per motivi professionali o per la necessità di lavorare in multitasking, e le risorse mnemoniche disponibili’, affermano i ricercatori. E più la condizione di stress si prolunga, più la memoria, spremuta, tende a funzionare male, così che la condizione diventa disturbante.

Il primo passo per avere una buona memoria è non stressarla.

 

gc

 

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