La disidratazione fa male al cervello

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Secondo la scienza, la disidratazione potrebbe impedire il compimento di alcuni compiti quotidiani

Sapevi che la disidratazione può causare cambiamenti non solo fisici ma anche mentali, all’interno del nostro corpo?

I ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno scoperto che la disidratazione porta una parte del cervello a gonfiarsi e influisce, di conseguenza, sulla funzione cognitiva, ovviamente in maniera negativa.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Psychological Reports, si focalizzava sugli effetti della disidratazione nel corpo umano, associandolo al calore e all’attività fisica.

La disidratazione è tecnicamente una carenza di acqua nel corpo e si verifica nel momento in cui la perdita di liquidi è maggiore dell’introduzione. Contribuiscono alla perdita di liquidi le normali funzioni del corpo, come urinare, sudare, piangere e persino respirare. I sintomi della disidratazione comprendono alitosi, pelle secca, mal di testa, aumento della sete, secchezza delle fauci e vertigini.

Mindy Millard-Stafford, principale ricercatore dello studio e professore alla Georgia Tech’s School of Biological Sciences, ha voluto scoprire se l’esercizio e lo stress da calore hanno un impatto sulla funzione cognitiva e studiare l’effetto della disidratazione sul cervello.

Per lo studio, i ricercatori capitanati da Millard-Stafford hanno osservato 13 partecipanti volontari. Questi sono stati sottoposti a compiti ripetitivi monotoni, come premere un pulsante ogni volta che un quadratino giallo appariva su un monitor. Il quadrato giallo appariva a intermittenza, passando da intervalli regolari a intervalli casuali.

I ricercatori hanno fatto ripetere ai soggetti questo compito in tre diverse occasioni: da idratati e rilassati, dopo uno sforzo e dopo l’esposizione al calore, con conseguente disitratazione. Hanno misurato così il declino cognitivo dato dalla disitratazione: il solo sforzo fisico e il calore hanno avuto un impatto negativo sulle prestazioni dei soggetti nel test. Tuttavia, con la perdita di fluido, l’effetto è stato raddoppiato.

 

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