Cento milioni di persone vittime di disastri naturali nel 2013

Rapporto annuale Croce Rossa-Mezza luna rossa: 22mila i morti. Preoccupa il cambio climatico e il rapido e sregolato processo di urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo.

Quasi cento milioni di persone sono state vittime dei disastri naturali nel 2013. Si tratta di morti, feriti, sfollati o comunque persone che hanno visto la loro vita stravolta a causa di alluvioni, tifoni, inondazioni, siccità. I dati vengono diffusi nel Rapporto annuale della Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezza luna rossa. Fermandosi soltanto alle morti, le catastrofi naturali hanno ucciso, nel 2013, 22 mila persone: il 44% di queste è stato vittima di inondazioni, il 41% di tifoni. Le cifre sono al di sotto della media degli ultimi dieci anni, che è di 93mila morti per alluvioni, siccità e gli altri disastri dovuti alla natura. Nel 2013, le tragedie più gravi sono state il tifone Haiyan nelle Filippine, che ha coinvolto 16 milioni di persone e il ciclone Phailin, in India con oltre 13 milioni di vittime. I disastri direttamente causati dall’attività umana hanno causato secondo il rapporto: 6.711 morti. Il più grave è stato quello che ha colpito una fabbrica tessile in Bangladesh con 1.127 morti, soprattutto operai.

Tali disastri naturali hanno causato nel 2013 perdite economiche per oltre 118.600 milioni di dollari. Tra i disastri più “costosi” in questi termini figura ancora il disastro delle Filippine, con perdite per 10mila milioni di dollari, mentre le inondazioni in Germania sono costate circa 3mila milioni di dollari.

A preoccupare, secondo il Rapporto, non sono soltanto i cambiamenti climatici rapidi, ma anche la crescita della popolazione e il processo di urbanizzazione rapido e senza regole in atto nei Paesi in via di sviluppo.

AS