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Uccelli di fiume e microplastiche

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Gli uccelli di fiume ingeriscono fino a 200 pezzi di microplastiche al giorno

Un nuovo studio ha esaminato il modo in cui le microplastiche viaggiano attraverso la rete alimentare delle acque dolci.

È noto che gli animali incontrano materie plastiche negli ambienti marini e terrestri, ma poco si sa su come i piccoli pezzi di plastica (che misurano 5 mm o meno) entrino nei loro corpi.

Per saperne di più, gli scienziati della Cardiff University del Galles, nel Regno Unito, hanno esaminato i merli acquaioli. Sono uccelli che cacciano insetti sottomarini e piccoli pesci guadando o immergendosi nei fiumi d’acqua dolce.

I merli acquaioli sono stati a lungo considerati una specie di indicatore ambientale.

Per questo sono stati scelti per testare alcune ipotesi occorse a seguito di precedenti osservazioni:

  • uno: che la plastica, nei fiumi, venga trasferita dalla preda ai predatori;
  • due: che le materie plastiche contenute nelle prede vengano trasferite dagli adulti alla progenie durante il rifornimento di cibo;
  • tre: che le concentrazioni plastiche nelle feci e nei rigurgiti dei merli acquaioli aumentano con l’urbanizzazione.

In questo senso, i ricercatori hanno esaminato i rifiuti generati dai suddetti uccelli di fiume. Hanno scoperto che circa la metà dei 166 campioni prelevati da adulti e nidiacei in 14 dei 15 siti studiati conteneva frammenti di microplastica.

Le concentrazioni erano più elevate nelle aree urbane e sembravano provenire da tessuti sintetici (il 95% erano fibre) e rifiuti da costruzione. Sulla base di questo, i ricercatori hanno potuto stimare che gli uccelli di fiume consumano fino a 200 frammenti di microplastica ogni giorno, mentre si nutrono per la loro dieta abituale, e che questi frammenti sono già presenti nei corpi degli organismi che i merli stanno cacciando.

È la prima volta che questo tipo di trasferimento attraverso le reti alimentari nelle acque dolci è stato mostrato chiaramente. A quanto sembra, i frammenti passano rapidamente attraverso gli uccelli. Ma questo non esclude una forte preoccupazione per i potenziali contaminanti che potrebbero essere introdotti nel corpo degli uccelli da queste materie plastiche, così come per il senso artificiale di sazietà che potrebbe comportare.

Come al solito, la speranza è che questo studio aiuti le persone a riflettere su come agisce l’inquinamento da plastica nella fauna selvatica, anche quella più vicino a casa.

 

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