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Come difenderci dalle grandi tempeste?

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Forse una soluzione c’è

Un nuovo database globale creato dai ricercatori del Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) ha acquisito le caratteristiche e i dati sulle precipitazioni dei più forti temporali degli ultimi 20 anni.

Secondo gli scienziati, includere le tempeste provenienti sia dalle zone di media latitudine che dalle zone tropicali è la chiave per catturare come il comportamento contrastante delle tempeste e le corrispondenti precipitazioni potrebbero influenzare le regioni di tutto il mondo.

Questa classe di tempeste si chiama “sistemi convettivi a mesoscala” (MCS) ed include grandi tempeste, di dimensioni variabili da circa 10 a 1.000 chilometri, composte da più temporali organizzati.

Sono tempeste longeve, che tendono a crescere durante la notte e sono la più grande fonte di precipitazioni estreme che possono innescare inondazioni a livello globale, svolgendo un ruolo chiave nei cicli energetici e idrologici della Terra.

La rappresentazione accurata di questi sistemi nei modelli climatici globali di nuova generazione e ad alta risoluzione richiede di sapere dove si formano queste tempeste, quanta energia hanno e quanta pioggia portano.

Per questo, l’acquisizione di simili dati ha storicamente rappresentato una sfida importante per i ricercatori.

In questo nuovo studio, condotto da Zhe Feng e Ruby Leung, entrambi scienziati del PNNL, è stato presentato il primo set di dati di MCS monitorati sulle aree della Terra in cui essi influenzano significativamente le precipitazioni, comprese le regioni popolate delle medie latitudini.

Le tempeste sono state monitorate accoppiando immagini satellitari a infrarossi ad alta risoluzione e set di dati sulle precipitazioni. Questo approccio combinato ha generato una visione più completa degli MCS di quanto entrambe le tecniche possano da sole.

Il database consentirà ai ricercatori di capire come i cambiamenti nel clima terrestre alterano il comportamento dei sistemi connettivi a mesoscala, collegando tempo e clima.

Mettere insieme questi fattori offre opportunità uniche per i ricercatori di rispondere a domande che in precedenza avrebbero richiesto l’utilizzo di molte più fonti di dati e un lavoro molto più grande di base per iniziare.

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